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Lefkada, le tue limpide nubi e le tue fronde

Lèucade o Leuca per il bianco delle scogliere. Santa Maura in ricordo della dominazione veneziana. Lefkada in greco moderno. Comunque la vogliate chiamare, è l'isola delle Ionie più facile da raggiungere – perché collegata da un ponte mobile alla terraferma – e all'inizio dell'estate appare come un paradiso turchese, verde, giallo e fucsia.
La costa occidentale, affacciata sul mare aperto, offre i panorami più suggestivi, di turchese quasi chimico e abbaglianti falesie vive o morte ‒ la più impressionante delle quali racchiude la spiaggia di Porto Katsiki. Da questo versante planano i parapendii atterrando sulla comoda spiaggia di Kathisma o su quelle di Megali Petra e Kavalikefta, protette da alte rupi scoscese. Procedendo a sud, altre due spiagge spettacolari: Gialos ed Egremni, rimaste pressoché isolate dopo il terremoto del novembre 2015. Al tramonto non mancate di raggiungere Capo Lefkada, la punta più meridionale, dove campeggia un faro bianco in bilico sulla stretta e sinuosa lingua di terra, nel luogo in cui un tempo sorgeva il tempio di Apollo. Leggenda vuole che tanti amanti delusi, tra cui la poetessa Saffo, si suicidarono qui.
Nei paraggi, in piena campagna, c'è l'antico Monastero di San Nicola, probabilmente costruito dopo il passaggio delle reliquie di San Nicola da Lefkada, avvenuto nel 1087. Sembra infatti che i 62 marinai baresi che rubarono mezzo scheletro di San Nicola a Myra, fecero una sosta qui il 10 maggio (data che ancora oggi si commemora al monastero) dimenticandosi anche una falangina che oggi è custodita dentro una preziosa teca, nella bellissima cattedrale. Le tre suore che ci vivono (personaggi da film) producono miele, grappe, saponi e marmellate e ci hanno accolto con molto entusiasmo, soprattutto quando hanno saputo che venivamo da Bari.
E in tutto questo andare sulle strade più o meno tortuose di Lefkada, è un piacere fare una sosta presso i chioschi di miele e le taverne ombrose affacciate sul mar Ionio, ben fornite di spiedini di pollo e salse di melanzane.
A giugno l'interno dell'isola, montuoso, è giallo di ginestre, il caldo non soffocante e la brezza molto piacevole. Passata Exanthia, incastonata a 600 metri di altezza su un pendio del Monte Elati e famosa per i sognanti tramonti e i morbidi decolli, si arriva a Karya, il più grande villaggio di montagna dell'isola. Case in pietra tradizionali alla maniera ottomana e strade strette caratteristiche circondano la grande piazza centrale, dominata dai platani, all’ombra dei quali ci sta tutta una Amstel ghiacciata con olive, pomodori e feta. Karya, famosa per i suoi merletti e tessuti ricamati a mano, a quanto pare ospita pure un museo del folklore.
Proseguendo verso la costa orientale, la vista si apre sul golfo di Nidri ed eccoci alla cascata di Dimosari. Prima di fare un bagno gelido e rinvigorente, bisogna attraversare un piacevolissimo sentiero dove le rane gracidano fortissimo e gli uccelli gridano a scatti, manco fosse la foresta equatoriale.
Nidri è la cittadina più turistica ed elegante: fiorellini perfetti e localini in fila sul lungomare affollato di barche, oltre le quali si gonfiano le vele del parasailing. Dietro la stretta baia, spuntano le isole di Scorpios, Meganissi, Kalamos, Kastos, meta di moltissime gite di un giorno. Andando ancora verso sud, Mikros Gialos è la spiaggia perfetta per un bagnetto nel tardo pomeriggio, tanto più che si può parcheggiare a pochi metri dal mare. Se proseguissimo oltre, all’estremo sud vedremmo dispiegarsi la baia di Vassiliki, famosa per le condizioni estremamente favorevoli al windsurf.
Tornando a nord-ovest, il piccolo villaggio di Agios Nikitas (in pratica una strada intasata di graziosi ristorantini e bar che arrivano fino al mare) sarebbe il punto di partenza per raggiungere la fantastica spiaggia di Milos. Purtroppo l’alternativa all'arrivo in barca è un lungo e accidentato sentiero sotto il sole, che prima sale sale sale e poi scende scende scende nella splendida cornice della macchia mediterranea, e dunque la spiaggia di Milos per me è rimasta soltanto un bel miraggio: turchese, privo di ombra e di bar, lontanissimo.
L'ultima tappa prima di partire è Agios Ioannis, la spiaggia a nord-ovest di Lefkada città, dove si scatenano i kitesurfer vicino alle sagome dei vecchi mulini a vento. Dopo il parapendio, il parasailing e il windsurf, qui troviamo la quarta categoria di supporter di Eolo.
E poi di nuovo il ponte mobile, la laguna, l'antico e imponente castello di Santa Maura e la strada per Igoumenitsa. Se è vero, come qualche illustre archeologo sostiene, che è questa la vera Itaca di Ulisse, io non mi sentirei di meravigliarmene.

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