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Quella volta della Serra de Estrela

La viaggiatrice si è diretta senza indugi verso Guarda e quindi è entrata nel cuore della Serra de Estrela. Arrivata a Manteigas non ha potuto fare a meno di verificare che essa si trova proprio nel mezzo della valle del Rio Zêzere, circondata da montagne, non altissime, ma pur sempre le più alte del Portogallo. Aveva ragione Jorge, che aveva sconsigliato di pernottare a Manteigas: faceva un caldo da impazzire. Intanto la viaggiatrice ha pranzato ed è andata in cerca di un alloggio, ma senza esito: era tutto già occupato. Si è rimessa in auto e ha puntato verso le Penhas Douradas, percorrendo una piacevolissima strada panoramica alberata tutta curve, ma riscontrando soltanto la presenza di due o tre pousadas molto chic, con tanto di percorsi benessere e ospiti in accappatoio. E poi è arrivata, inaspettatamente, a Sabugueiro.
Sabugueiro è praticamente una strada su cui si affacciano decine di negozi tutti uguali, che vendono: formaggio della serra, salumi e salsicce della serra, cani della serra e una caterva di orrendi oggetti in lana di pecora e pelle (alcuni dei quali penzolano ambiziosamente dalle ringhiere). Esiste anche un centro storico, ma, dalle perlustrazioni compiute, è risultato virtualmente privo di vita. La semplicità delle persone che vivono in perfetta armonia con la natura, gli alimenti genuini della cucina (il pane, il burro, il capretto, il caffè), gli asini e le greggi di pecore, il fatto di essere fuori stagione in una località che è, probabilmente, fuori stagione tutto l'anno, tutto questo e molto altro è rimasto nel cuore della viaggiatrice, che vi ha soggiornato per tre giorni.
Questo è uno dei migliori punti di partenza per conoscere alcune delle strutture di approvvigionamento elettrico della serra, come la Lagoa Comprida, il più grande di questi laghi artificiali blu notte. Preso atto di tale stupefacente opera umana, la viaggiatrice ha proseguito fino alla Torre, che con i suoi quasi 2000 metri rappresenta il punto culminante del Portogallo, notando la grande suggestione del paesaggio, spoglio e irto di massi rocciosi. Poi ha imboccato la strada che porta a Manteigas e, scoccato uno sguardo di sbieco alla statua di Nossa Senhora da Boa Estrela (che dimora in un riparo scavato nella roccia), si è affacciata dall’alto del punto panoramico del Cantaro Magro per ammirare la valle glaciale del fiume Zêzere, che in questa stagione, più che un fiume, è un misero rigagnolo. Quando è arrivata a Manteigas il gran circuito della serra poteva dirsi chiuso.
L’intero Parco è tracciato da numerosi percursos pedestres segnalati. I dépliant illustrano con dovizia di particolari e fotografie le bellezze naturalistiche riservate agli escursionisti: dalle cascate a strapiombo alle sorgenti di acqua calda, dai corsi d’acqua ai ghiacciai millenari, senza contare i rarissimi esemplari di fauna selvatica, come lepri, cinghiali, volpi, lontre e perfino talpe, e uno scenario verde ricco di vegetazione rigogliosa e foreste di estremo valore ecologico.
Purtroppo nel mese di agosto tutto ciò sembra solo un bella fiaba; i pochi sentieri percorsi sono stati un'esperienza a dir poco frustrante. I fiumi rinsecchiti, l'afa insopportabile, i plotoni di mosche assillanti e agguerrite, le cascate ridotte a rubinetti di casa, e soprattutto le ampie porzioni di foresta interamente bruciate a causa della piaga degli incendi che infesta questo Paese: lo spettacolo non era propriamente quello che la viaggiatrice si era aspettata.
Per fortuna che in questo periodo in Portogallo c'è la Volta. Come si sa, il passaggio dei ciclisti colorati e di tutto il baraccone che li accompagna è un evento che anima le cittadine e raduna sempre piccole folle assiepate agli angoli di strada. La viaggiatrice non è un'appassionata di ciclismo, soltanto che mentre mangiava una francesinha in un ristorante di Porto aveva intravisto alla televisione la festa che si faceva a Viana do Castelo, tappa del giorno. E aveva colto l'occasione per scoprire che paesino piacevole da visitare fosse (le località sono scelte non solo in base alla difficoltà del percorso, ma anche alla bellezza dei luoghi). E infatti eccola lì, il giorno dopo, a Viana do Castelo. E in autogrill, stessa cosa, mentre mangiava un panino: questa volta la tappa era Gouveia. Ha riflettuto un po' sull'opportunità di visitarla, più in là, ma poi non ha più avuto occasione di seguire la televisione del pomeriggio, e non ci aveva più pensato, né a Gouveia né alla Volta.
A Sabugueiro dunque, quando ha saputo che il giorno dopo sarebbe passata la Volta ha pensato, con un facile gioco di parole, anche questa volta! E per un paio di giorni ha partecipato da spettatrice casuale all'attesa del baraccone colorato: i pettegolezzi sui partecipanti, i ciclisti amatoriali con cui condivideva la colazione mattutina e poi tutte le strade chiuse e gli applausi alla carovana che attraversava sotto il sole cocente il centro di Manteigas.

Racconto di viaggio "C'ERA UNA VOLTA... IN PORTOGALLO"

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