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Un fine settimana a casa di Yvette

Sabato e domenica notte, a Baie-Saint-Paul, ho dormito da Yvette. Di fronte a un personaggio come Yvette, non sapevo se ringraziare il cielo oppure mangiarmi le mani per non aver mai studiato il francese come si deve. Intanto la fortuna di Yvette è che possiede una bella casa spaziosa in città, che adibisce a bed & breakfast (anzi, "gite", come si dice da queste parti). Considerando che c'era il festival di arte di strada, non avevo molta scelta (a dirla tutta, questa era l'unica opzione disponibile).
Per farvi capire che tipo di persona è Yvette vi basti sapere che il problema che quel pomeriggio la affliggeva era l'acquisto di un paio di calze, pagate ben 10 dollari, ma che purtroppo le finivano di continuo dentro le scarpe. Io non mi sono allarmata più di tanto, nemmeno quando lei furbescamente ha intuito che qualche parola ogni tanto la afferravo: ho continuato beatamente a fare la gnorri e tutto è andato per il meglio. D'altra parte il rischio maggiore sarebbe stato assaggiare una delle sue colazioni, cosa che mi sono guardata bene dal fare non appena Yvette, la mattina dopo, ha aperto il frigorifero inondando la casa di un nauseabondo odore di cadavere. Fingendo poco appetito, ho rifiutato la proposta di quel disgustoso croque-monsieur surgelato e mi sono servita cautamente del caffè, non invidiando affatto l'uomo che occupava l'altra stanza della casa, il quale non solo aveva avventatamente accettato la colazione, ma si era trovato a dover sorbire con pazienza sovrumana l'inarrestabile parlantina di Yvette.
Mentre bevevo il caffè, la logorroica vegliarda stava allietando il suo interlocutore con la storia di quando aveva vinto non so quanti mila dollari al "La Poule aux œufs d'or", questa lotteria quebecchese che − da quanto ho capito − ha portato Yvette nientemeno che in televisione. Poi la conversazione si è spostata sul matrimonio di un imprecisato parente al quale lei ha partecipato o avrebbe dovuto partecipare e per il quale manifestava un enorme entusiasmo. Ma io a quel punto, con la faccia meno espressiva del mondo, sono tornata nella mia camera per vestirmi. Mi aspettava l'eccitante festival "Le Festif!", a causa del quale la località era intasata − e durante il quale non ha smesso un attimo di piovere.

Racconto di viaggio "IO MI RICORDO. Québec, un po' di Canada"