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Sulla spiaggia di Panglao

Ci facciamo condurre al porto con l'intenzione di raggiungere una qualche isola dotata di spiagge bianche e palme diagonali. Secondo il tabulato degli orari e il parere personale di alcuni personaggi interpellati sul posto (tra cui una coppia di missionari francescani di lingua spagnola), la meta più indicata è l'isola di Bohol, e in particolare la località di Panglao, anch'essa una piccola isola, collegata da due ponti alla città dove approda il traghetto. Ci sono altri turisti bianchi che attendono di partire alla volta della stessa isoletta, anche se loro hanno la Lonely Planet e hanno già sottolineato gli eventuali hotel dove alloggiare, mentre noi la guida non ce l'abbiamo.
Questi turisti francesi, inglesi, tedeschi, neozelandesi, sicuramente sono riusciti prima di noi ad accaparrarsi un posto per dormire, mentre noi mangiavamo spiedini di pollo alla brace, passeggiavamo scherzando con i ragazzini, davamo un'occhiata al mercato, e infine ci facevamo trasportare da un guidatore di triciclo poco operativo in una spiaggia che nemmeno noi conoscevamo. Fino a che, quando ormai stavano per calare le tenebre, ci ha dato un passaggio non richiesto un filippino sovrappeso americanizzato, che aveva affittato un pulmino privato e che ci ha offerto con molta prodigalità qualcosa di fresco da bere dal loro frigo bar portatile, mentre si sbaciucchiava con la sua fidanzata.
Il californiano adottivo ci risolve il problema di dove andare, perché ci fa scendere nei pressi di Alona Beach, la spiaggia più rinomata. L'atmosfera è molto vacanziera e spensierata all'happy hour di questo locale sulla spiaggia con le lucine e le cameriere sorridenti. Il contesto è molto invitante, considerata anche la presenza di un arpista molto bravo che suona i pezzi dei Bon Jovi, ma purtroppo dobbiamo andare a cercare una camera – cosa che poi è risultata abbastanza agevole una volta allontanatici dalla spiaggia, perché abbiamo trovato un bellissimo cottage situato in un ampio giardino.
Per la cena sulla spiaggia sono allestiti buffet di pesce ancora crudo che su ordinazione viene grigliato. Noi scegliamo il posto meno tiroso, gestito da una specie di attrice di film di Quentin Tarantino un po' sfiorita e dall'espressione vagamente allusiva. Anche dopo le dieci è possibile proseguire la serata in un paio di bar che propongono musica dal vivo, anche se, ascoltando bene, ci si rende conto che il chitarrista e il cantante si sovrappongono ad una base tipo karaoke di noti pezzi come “Hotel California”, “Losing my religion”, “Carrie” degli Europe e molti dei Guns'n'Roses, che sono molto in auge tra i filippini nonostante il fatto che essi non possiedano nemmeno un briciolo della grinta giusta per eseguirli. Grazie a queste canzoni molto passionali, i due fidanzati francesi che da Cebu City praticamente non si rivolgevano la parola possono fare pace, ed anche la tedesca mastodontica con i capelli corti può trovare un partner, che si capiva era il suo obiettivo principale (e infatti lo trova subito).
A Panglao siamo rimasti tre notti, abbiamo mangiato più di una volta nel ristorante della finta attrice di Tarantino, che prepara degli ottimi noodles alle verdure, e abbiamo frequentato la spiaggia contigua, quasi vuota perché tutti sono in giro a fare diving, hopping, snorkeling ed altre attività che finiscono in -ing. Mi sono fatta fare un piacevolissimo massaggio sulla sabbia e ho anche guardato i fondali con la maschera, che sono ricchi di stelle marine blu elettrico oppure rosa con chiazze marroni.
Purtroppo il secondo giorno non ha fatto altro che piovere e questo è davvero troppo dopo che mi ero sciroppata più di tredici ore di volo. Allora il pomeriggio alle cinque ci siamo seduti al tavolo di questo minimarket-bar e abbiamo bevuto vino rosso fino a sera insieme a vari europei ed americani definitivamente trasferitisi qui nelle Filippine, e poi ci siamo spostati nel ristorante di fronte, dove abbiamo mangiato varie parti di pollo e maiale al barbecue spalmate con una salsa dolciastra accompagnate da riso scondito e abbiamo conosciuto vari gruppi di turisti cinesi e svizzeri e anche di filippini con i loro bambini molto teneri.

Racconto di viaggio "APPUNTI PILIPINI. ESPLORAZIONE DELLA VISAYAS CENTRALE"

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