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Per vedere l'effetto che fa

Ma'rib

Ma'rib è la città più antica dello Yemen, collocata sull'antica via dell'incenso e capitale dell'impero della leggendaria regina di Saba, più di 1000 anni prima della nascita di Cristo. La regione è stata lussureggiante per molti secoli grazie alla grande diga, ma dopo il suo crollo è cominciato il declino di tutta l'area, che è tornata ad essere arida e desertica come la vediamo oggi.
Per raggiungere Ma'rib, situata a più di 200 km a est di Sana'a, è obbligatorio chiedere un permesso e farsi accompagnare da una scorta armata, a causa delle tensioni tra le tribù della zona. Bisogna dunque incolonnarsi con le altre jeep piene di turisti fino a formare un serpentone: la testa e la coda sono occupate da camionette cariche di soldati armati fino ai denti. Le operazioni preparatorie, effettivamente, non sono delle più rassicuranti. E comunque, a quanto pare, il serpente è troppo lungo e slabbrato per permettere alle camionette di controllare realmente tutte le jeep. Sulla strada sempre più affascinante e petrosa ne approfittiamo per una passeggiata a piedi nudi tra le dune di sabbia chiara, ma è solo un antipasto senza piatto forte.
Nonostante i timori, giungiamo sani e salvi a destinazione. E con noi anche questi tre motociclisti italiani, ma il loro viaggio è stato più pericoloso: uno di loro è stato circondato e per un pelo non è stato rapito da alcuni minacciosi indigeni. Le cose sono di nuovo cambiate, evidentemente. Ma me ne dimentico non appena faccio amicizia con un bellissimo militare baffuto e protettivo che mi sorride e mi offre la coca cola e l'ingresso gratuito al tempio della luna (con le cinque colonne e mezza) e a quello dedicato al dio sole, risalente al periodo sabeo. Giungiamo al tramonto alla vecchia Ma'rib, tutto uno splendore di case dorate di sabbia e paglia, diroccate e parzialmente distrutte dai bombardamenti di più di quarant'anni fa.
In questo pomeriggio di luce intensa e cappotti verdi dell'Armata Rossa, in cui si sparge la voce di una frana nelle vicinanze che ha provocato alcuni morti, io mastico il qat. E lo mastico per alcune ore così come fanno loro, per vedere l'effetto che fa. Ma poi, sarà la stanchezza o la bellezza o l'eccitazione, non riesco a capire l'effetto che fa. Raccontano i consumatori che esso aumenta concentrazione ed attenzione e tiene svegli, un po' come il caffè. Il consumo di qat è severamente vietato in tutti gli altri paesi arabi mentre qui è masticato (o meglio, lasciato macerare nella guancia) dalla maggior parte della popolazione maschile e da numerose donne. A seconda della qualità ogni masticatore spende dai 500 a più di 1500 riyal al giorno (da 2 a 7 euro) procurandosi seri danni all'intestino e deformandosi le guance.
Facciamo ritorno a Sana'a e alla cena al neon dal somalo (riso e pollo e tè al latte). Il quartiere semi buio alle 11 di sera è tutto un lavorio di barbieri che tagliano e sbarbano. Il sogno prosegue.

Racconto di viaggio "IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE. NELLA FAVOLA DELLO YEMEN" 

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