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Racconti in America centro-meridionale

CERCO L'ESTATE TUTTO L'ANNO

Uruguay in solitaria

Il primo dell’anno mi trovavo in un ostello fricchettone di Cabo Polonio, in Uruguay, senza un soldo, con la schiena ustionata, il torcicollo e il ricordo di una serata disastrosa. Avrei dovuto intuire che era la premessa di un anno complicato, ma ancora non sapevo fino a che punto.
In effetti già il volo di andata era stato premonitore perché avevo perso la coincidenza, avevo dovuto passare la notte in hotel ed ero arrivata a Buenos Aires con 12 ore di ritardo, nel deserto della vigilia di Natale. 

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VADO AL MASSIMO, VADO IN MESSICO

Città del Messico-Chiapas in solitaria

Gli esseri umani non amano fare le cose da soli. Gli italiani, in particolare, sono un popolo che cerca compagnia persino per andare al cinema o al cesso, figuriamoci per i viaggi. Partire da soli sembra ai più una pratica da sfigati o, al massimo, un'esperienza incompleta. Non a caso, una buona parte dei “solo traveller” italiani che ho incontrato in giro per il mondo erano partiti con qualcuno e poi se ne erano liberati (magari momentaneamente), oppure stavano raggiungendo il classico amico che ha aperto un baretto a Playa del Carmen o che fa il baby pensionato in qualche posto fricchettone dell'India.
D'altra parte anche per me non sempre è stato facile liberarmi del condizionamento sociale: prima di partire infatti solitamente alcuni miei conoscenti si divertono a terrorizzarmi, elencandomi le sfighe più drammatiche che mi potrebbero capitare e dalle quali difficilmente mi salverò a causa della mia irrimediabile solitudine.

Viaggia in Messico

NON VOGLIO IMPARARE A BALLARE!

Cuba in lungo e in largo

Conoscevo Cuba attraverso le storie di Pedro Juan Gutierrez, il trasgressivo scrittore considerato il Bukowski del Caribe. Per questa ragione ero preparata alla sporcizia, alla trascuratezza, al sudore, alla carenza d'acqua, all'arrabattarsi, al rum economico e allo sfacelo. Però avevo in testa una valanga di altri ritagli che non sapevo bene in che parte del puzzle sistemare: cartoline delle spiagge di Varadero, soggiorni nella perla dell'arcipelago Cayo Largo, mojitos e havana club, aragoste e Cohiba, turisti protetti dalla polizia e fidanzatine di una settimana, rumba e son, Compay Segundo e Ibrahim Ferrer, congas, gardenias e carreteros, l'hombre sincero che coltiva la rosa bianca, guajira guantanamera, il Che morto con cento colpi in un giorno d'ottobre in terra boliviana, Venceremos adelante.
Lì, alla fine, ho trovato decine di altre Cuba e il puzzle, in un certo senso, ha cominciato a prendere forma. Ma diverse tessere ancora non sono riuscita a collocarle.

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UN PASSATO CHE NON SAPEVO DI AVERE

Viaggio nell'Argentina del Nord

Il mio primo viaggio in Sudamerica, nell'agosto del 2006, ha avuto come meta l'Argentina, ma è stata soltanto una coincidenza di tipo amministrativo. L'Argentina è un Paese così grande che, girandolo in lungo e in largo, potete spaziare dal paesaggio tipico delle latitudini tropicali di bassa quota, caldo e umido, agli scenari maestosi e aridi della regione pre-andina, fino alle aree più temperate, abitate per la maggioranza da bianchi. Potete incontrare contadini quechua, indios guaranì, donne robuste di montagna che trasportano pesanti sacchi colorati, ballerine di tango bionde e flessibili, gelatai campani e imprenditori torinesi. Potete imbattervi in palazzi coloniali tinteggiati di fresco, cactus altissimi a forma di mano, altopiani nudi e desolati, canyon dai tanti colori, chiese cattoliche e misteriose statue precolombiane.
E mentre passerete dalle infradito al cappello di lana, se punterete idealmente un cannocchiale in direzione dell'Europa, la riconoscerete per quello che realmente è: un continente ridicolmente piccolo ma storicamente ingombrante.

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Cocktail di benvenuto

Yucatán all inclusive

Prima d'ora non avevo mai preso un volo intercontinentale, ma avevo fatto solo viaggi straccioni in Europa, caratterizzati da budget ridotti all'osso, puzza di treno e miserabili pranzi al supermercato. Nella primavera del 2001, grazie ad un valido sponsor, sono uscita per la prima volta dall'Europa per vivere la mia prima (e finora unica) esperienza di vacanza in un villaggio all inclusive ubicato in una località da cartolina, nel quale una buona parte degli umani soggiorna solo a causa di un viaggio di nozze. Nella Riviera Maya (quella porzione di costa affacciata sul Caribe messicano che segue il contorno sud-orientale della penisola dello Yucatán) da qualche anno è scoppiato un vero e proprio boom turistico, accompagnato da megalomania, lusso, camicie hawaiane e sedili per ciccioni.

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