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Racconti in Europa

HOP ON HOP OFF

Malta in solitaria

Con il passare dell’età e l'accumulo degli Stati visitati, sempre più di rado mi accade di provare quella piacevole sensazione di innamoramento per un luogo. Bene, nemmeno per Malta è scattato il colpo di fulmine. Tuttavia, a patto che non ci si vada in agosto, anche questo piccolo arcipelago, situato al centro del Mediterraneo e così vicino all’Italia, possiede il suo fascino.

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Walking tour in Budapest

La mia passione per i musei del comunismo è nata quando ho visitato per la prima volta il museo Casa del terrore di Budapest. Non ne conoscevo l’esistenza (era stato inaugurato da poco) e mi rimasero impressi in particolare la musica (composta appositamente da un certo Ákos Kovács), gli effetti sonori e le voci dei testimoni. In seguito ho avuto modo di visitare diversi musei del comunismo ed ex-prigioni delle polizie segrete dei Paesi baltici, di Berlino, della Polonia e della Romania (sorvolo sull’insulso museo del comunismo di Praga, una semplice trovata per turisti) ed ora eccomi di nuovo qui, 18 anni dopo.

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UNA DELIZIOSA MACEDONIA

Nord Macedonia, Grecia e Albania in solitaria

La regione geografica della Macedonia è attualmente suddivisa tra la la Bulgaria (dove sono atterrata), la Macedonia del Nord, la Grecia, l'Albania (le tre tappe del mio viaggio) e la Serbia (dove andrò un'altra volta).
Come l'omonima insalata di frutta, questa regione è un gustoso mix di etnie, lingue, religioni, ma anche monete e alfabeti che cambiano ad ogni frontiera che passo. 

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NEL CUORE DEI BALCANI

Bosnia-Erzegovina in solitaria

Durante l'estate la compagnia aerea Mistral Air, del gruppo Poste Italiane, effettua ogni settimana un volo da Bari a Mostar, ideato appositamente per condurre intere famiglie numerose pugliesi e lucane in pellegrinaggio a Medjugorje. Devo dunque essere molto grata ai fan delle apparizioni mariane se posso raggiungere la Bosnia in meno di un'ora, invece di trascorrere una lunga notte nel traghetto per Dubrovnik.
Sbarcati nel minuscolo aeroporto, solo io e uno studente barlettano siamo rimasti in attesa di un mezzo di locomozione: tutti gli altri sono stati ingoiati da un torpedone con l'aria condizionata e sono spariti dalla nostra vista in un batter d'occhio.
Io sono salita su questa vecchia Opel pensando di scroccare un passaggio, che invece mi è stato fatto pagare, e non poco. Sara ai tempi della guerra viveva in provincia di Benevento, e ora è quello l'accento che sfoggia mentre parla senza sosta seduta sul sedile posteriore, guardandosi in giro con quegli occhi nerissimi contornati da un forte segno di matita.
Erano anni che ci giravo intorno: sapevo che la Bosnia fosse il cuore e avevo paura di scottarmi. Ed ora eccomi qui: i muri della stradina che mi conduce alla pensione mostrano ancora i segni dei colpi di arma da fuoco. Miran mi accoglie in casa con quei modi un po' bruschi tipici dei timidi, ma con gli occhi azzurri buoni. Un grappino alle undici di mattina, sulla strada 35 gradi di fuoco. Benvenuta in Bosnia-Erzegovina.

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IL PAESE DI FRONTE E QUELLO CHE NON C'ERA

Tra le montagne dell'Albania e del Kosovo

Con colpevole ritardo ho deciso di ricambiare la visita ai nostri dirimpettai albanesi, che da più di vent'anni ci sopportano qui in Puglia. Con questo degno proposito mi reco all'aeroporto di Bari in una soleggiata mattina di agosto: il volo Belle Air Bari-Tirana dura soltanto 50 minuti, le procedure di imbarco sono velocissime e il personale del minuscolo velivolo parla anche italiano.
All'aeroporto prelevo i Lek dal bancomat dell'Intesa San Paolo che, come verificherò in seguito, ha monopolizzato il Paese. L'autobus per il centro è pronto per partire e immediatamente realizzo che spostarsi, in Albania, sarà molto facile: gli altri passeggeri e il conducente trascorrono i venti minuti di tragitto discutendo su dove è meglio accompagnarmi per farmi prendere un mezzo pubblico per Scutari.

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1500 CHILOMETRI DI PIANURA

Polonia in solitaria

Ero a Cracovia, seduta ad una macchina da cucire a mobiletto sulla terrazza del locale Singer. Alle 11 di sera, finalmente una lievissima brezza stava soffiando nel quartiere ebraico di Kazimierz. Avevo socializzato con alcuni turisti: svedesi, canadesi, olandesi, australiani. Il canadese viaggiava in Europa con un gruppo organizzato: in dieci giorni avrebbero visitato Budapest, Praga, Cracovia e chissà cos'altro; era la prima volta che veniva in Europa ed era veramente esaltato dall'abbondanza di testimonianze storiche. Quando se n'è andato, io e lo svedese ci siamo guardati perplessi. Per noi la Polonia era molto differente dalle nostre rispettive terre di provenienza e facevamo fatica solo a immaginare che cosa volesse dire "Europa", per il canadese (il quale, oltretutto, aveva confuso la Svezia con la Svizzera).

Viaggia in Polonia

LO STRETTO NECESSARIO

Andalusia e Gibilterra in solitaria

L'estate di circa 25 anni fa ricevetti una cartolina da una mia compagna di liceo. C'era scritto “Saluti dalla caldissima Annalisa”. O almeno, così mi sembrò di capire. Soltanto molti mesi dopo, riordinando il cassetto delle cartoline (allora ne ricevevo parecchie), mi accorsi che c'era scritto “Saluti dalla caldissima Andalusia”, che almeno aveva un senso visto che la mia amica non era una lap dancer.
In tutti questi anni ho sentito parlare molto dell'Andalusia, ma non ci sono mai andata, forse anche a causa di questa cartolina, e in particolare di quell'aggettivo, di grado superlativo assoluto.
Poi, nel mese di giugno 2013, grazie alla peraltro odiosa Ryanair, in un momento di debolezza ho acquistato un volo economico diretto Bari-Siviglia. A quel punto non potevo tirarmi indietro, nonostante i segnali minacciosi che mi inviava la pagina del meteo di Siviglia (38 gradi alle ore 22).

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FRUMOASĂ ROMÂNIA?

A convincermi a partire sono stati un violinista della Bucovina e due scolare rumene. Poi, in viaggio, col passare dei giorni e l'accumularsi di ore di autobus, treno e automobile, tanti personaggi sono comparsi sul mio cammino: guide giovani e preparate e solerti receptionist, un dittatore poco morigerato (per fortuna non più in vita) e un ingegnere divorziato e malinconico, un barista che parla napoletano e un custode di chiesa dal forte accento romano, controllori di treno baffuti e sfaticati e fidanzate sfiorite di business men meridionali... Ad ognuno di loro va il mio pensiero e il mio ringraziamento per avermi guidato alla scoperta di questo paese così ricco di bellezza, di storia e di storie.

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C'ERA UNA VOLTA... IN PORTOGALLO

La viaggiatrice lo aveva promesso: quel saluto di quattro anni prima, rivolto ai milioni di piastrelle, tegole e galletti di Lisbona, era soltanto un arrivederci. José Saramago nel frattempo è passato a miglior vita, ma poiché le parole degli scrittori non scompaiono con chi le ha scritte, nessuno le vieta di continuare a considerarlo − come se niente fosse − il faro che indica la rotta.

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GOMITO A GOMITO CON IL MAR BALTICO

Viaggio in Estonia, Lettonia e Lituania

Il viaggio di quattro settimane nei Paesi Baltici inizia dalla piccola e periferica Estonia, dove un inusuale caldo torrido non frena i nostri eroi dall'esplorazione di foreste e fattorie, musei e mercati, lottando contro un destino avverso che non vuole farli arrivare al mare. Si giunge in Lettonia, dove tutto gira intorno alla splendida Riga: gabbiani e turisti, spiagge baltiche e parchi naturali, chiese ortodosse ed ex prigioni. Infine si entra in Lituania, dove i viaggiatori pedalano senza sosta nell'affascinante penisola di Neringa, sgranano gli occhi presso la collina delle croci, conoscono da vicino la comunità dei caraimi e inaspettatamente apprezzano la cucina locale, così diversa da quella mediterranea. La storia nel tritacarne della modernità non finisce di sorprendere: cimeli sovietici e prigioni trasformate in bed&breakfast, mentre i crocieristi seguono la sagoma di Topolino nella città vecchia di Tallinn.

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SULLE TRACCE DI SARAMAGO

Lisbona e Nodar

Nella primavera del 2007, la viaggiatrice aveva in programma una breve visita di Lisbona, che per lei ancora non era altro che un tram giallo che attraversa un vicolo strettissimo con l'inconfondibile sottofondo della voce di Teresa Salgueiro dei Madredeus. Ma si dava il caso che la Piperita si trovasse allocata in un minuscolo villaggio tra le montagne a nord di Viseu e dunque la viaggiatrice ha pensato bene di attraversare longitudinalmente il Paese in bus per andare a recarle un salvifico saluto.
Nel frattempo la viaggiatrice suddetta aveva cominciato a sbocconcellare il "Viaggio in Portogallo" di Saramago un po' sul suo divano piemontese, un po' sul suo letto di Bari, un po' in aereo (e in seguito nella stanza della Tia, tra la statua della Senhora di Fatima e i pizzi), e lo ha trovato di buon auspicio.
Le è sembrato che Saramago abbia suddiviso il "Viaggio" in tanti viaggi separati in periodi diversi, così si è ripromessa di seguirne le orme, considerando questi quattro giorni soltanto la prima delle tappe. Intanto ha provato ad imitarne lo stile, invidiandolo per ogni singola frase piena di pazienza, coraggio e memoria, senza considerare che se lei scrivesse come Saramago il premio Nobel lo avrebbero dato a lei, viaggiatrice in un Paese non suo, e non a José, viaggiatore nel suo Paese.

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VIAGGIO STAMPA SEMI-ENCICLOPEDICO

Tra Cork e il Kerry

Sono tornata a Cork (dove all'epoca avevo assistito a un indimenticabile concerto degli U2) in un viaggio-stampa organizzato in occasione dell'inaugurazione di nuove rotte aeree dell'Air Lingus, nella primavera del 2005. Mentre Cork si stava organizzando per diventare "Capitale della cultura", i responsabili del turismo ci spiegavano cosa attirasse i turisti in Irlanda; i ristoratori invece non avevano bisogno di parole: gli bastava farci assaggiare le loro specialità in copiose porzioni. Solo allora capii che viaggiare low budget dà un'idea veramente sbagliata del panorama gastronomico di un paese, e infatti non avrei mai sospettato che in Irlanda si mangiasse così bene.

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