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Racconti completi

GOMITO A GOMITO CON IL MAR BALTICO

Viaggio in Estonia, Lettonia e Lituania

Il viaggio di quattro settimane nei Paesi Baltici inizia dalla piccola e periferica Estonia, dove un inusuale caldo torrido non frena i nostri eroi dall'esplorazione di foreste e fattorie, musei e mercati, lottando contro un destino avverso che non vuole farli arrivare al mare. Si giunge in Lettonia, dove tutto gira intorno alla splendida Riga: gabbiani e turisti, spiagge baltiche e parchi naturali, chiese ortodosse ed ex prigioni. Infine si entra in Lituania, dove i viaggiatori pedalano senza sosta nell'affascinante penisola di Neringa, sgranano gli occhi presso la collina delle croci, conoscono da vicino la comunità dei caraimi e inaspettatamente apprezzano la cucina locale, così diversa da quella mediterranea. La storia nel tritacarne della modernità non finisce di sorprendere: cimeli sovietici e prigioni trasformate in bed&breakfast, mentre i crocieristi seguono la sagoma di Topolino nella città vecchia di Tallinn.

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LA MIA SECONDA CASA

Settimana Santa in Siria

Quando andai in Siria, nella primavera del 2010, era difficile immaginare cosa sarebbe accaduto soltanto un anno dopo. Era il periodo di Pasqua e, presso il monastero di Padre Paolo, fui colpita dallo spirito di fratellanza che accomunava le famiglie che consumavano il picnic del venerdì islamico e quelle che celebravano il venerdì santo. 
In realtà alcuni dettagli mi fecero riflettere: il Presidente col mezzo sorriso su grandi poster, la chiusura degli abitanti nei confronti dei discorsi politici, i repentini cambiamenti economici e sociali in corso di cui mi parlarono, l'aria inquisitiva della guida russofona che il governo ci aveva imposto. Ma lì per lì non ci feci molto caso, abbagliata dal sole della Siria e affascinata dalle ricche tracce del passato e dalla seducente cordialità del suo popolo.

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NON VOGLIO IMPARARE A BALLARE!

Cuba in lungo e in largo

Conoscevo Cuba attraverso le storie di Pedro Juan Gutierrez, il trasgressivo scrittore considerato il Bukowski del Caribe. Per questa ragione ero preparata alla sporcizia, alla trascuratezza, al sudore, alla carenza d'acqua, all'arrabattarsi, al rum economico e allo sfacelo. Però avevo in testa una valanga di altri ritagli che non sapevo bene in che parte del puzzle sistemare: cartoline delle spiagge di Varadero, soggiorni nella perla dell'arcipelago Cayo Largo, mojitos e havana club, aragoste e Cohiba, turisti protetti dalla polizia e fidanzatine di una settimana, rumba e son, Compay Segundo e Ibrahim Ferrer, congas, gardenias e carreteros, l'hombre sincero che coltiva la rosa bianca, guajira guantanamera, il Che morto con cento colpi in un giorno d'ottobre in terra boliviana, Venceremos adelante.
Lì, alla fine, ho trovato decine di altre Cuba e il puzzle, in un certo senso, ha cominciato a prendere forma. Ma diverse tessere ancora non sono riuscita a collocarle.

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LA "SPIAGGIA" NON ESISTE

Thailandia in solitaria

Il mio viaggio in Thailandia nella stagione monsonica del 2009, inizialmente, ha molto in comune con quello di Leonardo DiCaprio nel film “The Beach”. Devono però trascorrere alcuni giorni prima che io mi renda conto che la "spiaggia" non esiste e che lo spirito del luogo è più facile da trovare lontano dalle coste.

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APPUNTI PILIPINI

Esplorazione della Visayas Centrale

Vacanze di Natale uggiose nelle isole della Visayas centrale: Cebu, Panglao, Siquijor, Negros. Nondimeno un viaggio indimenticabile grazie al delizioso popolo filippino e al suo mondo lillipuziano popolato di galli, partite di basket, locali karaoke, mezzi pubblici strampalati.

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UN'OMELETTE NELL'OCEANO INDIANO

Viaggio in Madagascar

Il Madagascar è un Paese ricco di meravigliose specie vegetali e animali uniche, ma con un reddito pro capite tra i più bassi al mondo; è diviso in diciotto etnie, ognuna con i suoi tabù e i suoi riti religiosi. Il Madagascar, se lo gratti, ti accorgi che è stato costruito su un enorme campo da tennis di terra battuta.
Il Madagascar, nell'estate del 2007, indossava in massa la maglietta del Presidente Marc Ravalomanana, magnate dello yogurt, il cui bel faccione sorrideva sopra i seni delle donne che ricamavano tovaglie, e si sforzava di crescere schierando cinquanta persone con la pettorina gialla fosforescente a riparare un pezzo di strada di duecento metri, dotandole di un'unica zappetta e di un martello che passava di mano in mano.

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SULLE TRACCE DI SARAMAGO

Lisbona e Nodar

Nella primavera del 2007, la viaggiatrice aveva in programma una breve visita di Lisbona, che per lei ancora non era altro che un tram giallo che attraversa un vicolo strettissimo con l'inconfondibile sottofondo della voce di Teresa Salgueiro dei Madredeus. Ma si dava il caso che la Piperita si trovasse allocata in un minuscolo villaggio tra le montagne a nord di Viseu e dunque la viaggiatrice ha pensato bene di attraversare longitudinalmente il Paese in bus per andare a recarle un salvifico saluto.
Nel frattempo la viaggiatrice suddetta aveva cominciato a sbocconcellare il "Viaggio in Portogallo" di Saramago un po' sul suo divano piemontese, un po' sul suo letto di Bari, un po' in aereo (e in seguito nella stanza della Tia, tra la statua della Senhora di Fatima e i pizzi), e lo ha trovato di buon auspicio.
Le è sembrato che Saramago abbia suddiviso il "Viaggio" in tanti viaggi separati in periodi diversi, così si è ripromessa di seguirne le orme, considerando questi quattro giorni soltanto la prima delle tappe. Intanto ha provato ad imitarne lo stile, invidiandolo per ogni singola frase piena di pazienza, coraggio e memoria, senza considerare che se lei scrivesse come Saramago il premio Nobel lo avrebbero dato a lei, viaggiatrice in un Paese non suo, e non a José, viaggiatore nel suo Paese.

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ERASE YOUR EGO

Il deserto dell'Acacus

L'Acacus è un parco nazionale situato in pieno Sahara, a sud-ovest della Libia. Questo viaggio risale alla fine del 2006, ossia a quella finestra di pochi anni in cui il Paese era aperto al turismo e disponibile a mostrare i suoi tesori, sia storici sia naturali. Gheddafi era ancora saldamente al potere e il suo faccione campeggiava ovunque su grandi cartelloni. A sapere cosa sarebbe accaduto di lì a poco, probabilmente avrei scelto di visitare anche i siti archeologici romani. Ma il futuro è imprevedibile e io sono andata solo nel deserto.
È stato un viaggio particolare, questo. Nel deserto si gela, in inverno. Nel deserto non ci sono bidoni della spazzatura. Nel deserto non ci sono cartelli stradali, indirizzi, uffici del turismo. Non ci sono bagni, bar, case e chiese. Né ci sono passanti. In nove giorni di campeggio libero nel parco dell'Acacus, quindi, ci siamo affidati totalmente agli autisti delle jeep: solo loro sapevano la strada. A noi non rimaneva che respirare l'aria secca, scalare le dune, guardare i tramonti. E cancellare il nostro invadente ego.

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UN PASSATO CHE NON SAPEVO DI AVERE

Viaggio nell'Argentina del Nord

Il mio primo viaggio in Sudamerica, nell'agosto del 2006, ha avuto come meta l'Argentina, ma è stata soltanto una coincidenza di tipo amministrativo. L'Argentina è un Paese così grande che, girandolo in lungo e in largo, potete spaziare dal paesaggio tipico delle latitudini tropicali di bassa quota, caldo e umido, agli scenari maestosi e aridi della regione pre-andina, fino alle aree più temperate, abitate per la maggioranza da bianchi. Potete incontrare contadini quechua, indios guaranì, donne robuste di montagna che trasportano pesanti sacchi colorati, ballerine di tango bionde e flessibili, gelatai campani e imprenditori torinesi. Potete imbattervi in palazzi coloniali tinteggiati di fresco, cactus altissimi a forma di mano, altopiani nudi e desolati, canyon dai tanti colori, chiese cattoliche e misteriose statue precolombiane.
E mentre passerete dalle infradito al cappello di lana, se punterete idealmente un cannocchiale in direzione dell'Europa, la riconoscerete per quello che realmente è: un continente ridicolmente piccolo ma storicamente ingombrante.

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IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE

Nella favola dello Yemen

Quando ho deciso di visitare lo Yemen, nel'autunno del 2005, prima mi sono informata sulla situazione sicurezza. I rapimenti di turisti (tipica usanza di quello Stato mediorientale) non si verificavano ormai da qualche anno, così ho prenotato un tour che sarebbe durato circa un paio di settimane durante le vacanze natalizie. Purtroppo poco prima di partire è giunta notizia del rapimento di due visitatori di nazionalità austriaca. Non ho dato molto peso alla cosa: ormai avevo deciso e non volevo tornare indietro. Faccio questa premessa per dire che non dovevo sorprendermi se 5 persone partite come me per lo Yemen, lo stesso giorno e con lo stesso tour, invece di godersi un viaggio meraviglioso in una terra da sogno, sono state tenute in un luogo misterioso sotto la minaccia del kalashnikov per quasi tutta la durata del nostro viaggio.

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VIAGGIO STAMPA SEMI-ENCICLOPEDICO

Tra Cork e il Kerry

Sono tornata a Cork (dove all'epoca avevo assistito a un indimenticabile concerto degli U2) in un viaggio-stampa organizzato in occasione dell'inaugurazione di nuove rotte aeree dell'Air Lingus, nella primavera del 2005. Mentre Cork si stava organizzando per diventare "Capitale della cultura", i responsabili del turismo ci spiegavano cosa attirasse i turisti in Irlanda; i ristoratori invece non avevano bisogno di parole: gli bastava farci assaggiare le loro specialità in copiose porzioni. Solo allora capii che viaggiare low budget dà un'idea veramente sbagliata del panorama gastronomico di un paese, e infatti non avrei mai sospettato che in Irlanda si mangiasse così bene.

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IL VIAGGIO È UN GRANDE MAESTRO

Sotto i monsoni del Nepal

La prima volta che sono andata in Asia, nell'agosto 2003, non ho scelto la meta in base a profonde motivazioni spirituali, né tanto meno in base alle condizioni climatiche. Visitare il Nepal nel periodo dei monsoni infatti non è stata propriamente una furbata. Non solo gli acquazzoni mi hanno più volte infradiciata, ma ho dovuto affrontare conseguenze spiacevoli come frane disastrose, strade chiuse, sentieri infestati di sanguisughe e cieli perennemente nuvolosi.
Nonostante questo, il viaggio mi ha permesso di entrare in contatto per la prima volta con la religione induista e con quella buddista, dunque con riti, usanze, cibi, abbigliamento completamente nuovi e straordinari. Ho visto svariate risaie a perdita d'occhio, molte mucche in mezzo alla strada e imponenti montagne; ho conosciuto un popolo cordiale, ospitale e dall'aspetto molto fanciullesco (l'unico loro difetto è che sputano in continuazione, facendo un sacco di rumore); è stata inoltre l'occasione per provare questo sport faticoso che si chiama trekking.

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LO SGUARDO DELLA FAVORITA

A febbraio in Marocco

Quell'assaggio di Egitto del Natale 2002 mi aveva stregata: le melodie arabic e i minareti, il deserto e i cammelli, i minuscoli bicchieri di tè, i pistacchi, il cumino... dovevo al più presto tornare nel mio “Vicino Oriente”. Così due mesi dopo sono partita per il Marocco con un tour organizzato. Una misera settimana ma da sola, con persone sconosciute: avrei testato se il fascino persisteva oppure sfumava via senza il mare, senza i pesci e senza gli amici. Avrei sperimentato la libertà di essere come volevo, senza condizionamenti e censure alla curiosità per apparire più me stessa agli occhi di persone che già mi conoscevano.

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COLPO DI FULMINE PER IL VICINO ORIENTE

Natale a Sharm El Sheik

Nell'autunno del 2002 avevo conosciuto B. a una festa; giunti al terzo bicchiere di vino avevamo deciso di andare insieme a Capoverde. Pochi giorni dopo, alla brigata si aggiunse R.. Poi, rinunciammo a Capoverde perché costava troppo. Infine siamo arrivati oltre tempo massimo per un viaggio organizzato in Thailandia. Quindi, praticamente, Sharm El Sheik è stata un ripiego. Mi ero sempre rifiutata di soggiornare in un posto così finto e turistico e non ero particolarmente entusiasta quando sono salita sull'aereo, in un giorno di quasi Natale. E invece, sono tornata a casa in preda al magone.
Insomma, il mio colpo di fulmine per il Vicino Oriente ha insospettabilmente avuto come scenario quel postaccio di Sharm El Sheik, un'isola felice che comprende chilometri di mastodontiche strutture turistiche, moschee futuristiche, bar beduini con tappeti, cuscini e narghilè, palme vere tutte in fila e palme di plastica con le luci elettriche, negozi di papiri e centri commerciali pacchiani.

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Cocktail di benvenuto

Yucatán all inclusive

Prima d'ora non avevo mai preso un volo intercontinentale, ma avevo fatto solo viaggi straccioni in Europa, caratterizzati da budget ridotti all'osso, puzza di treno e miserabili pranzi al supermercato. Nella primavera del 2001, grazie ad un valido sponsor, sono uscita per la prima volta dall'Europa per vivere la mia prima (e finora unica) esperienza di vacanza in un villaggio all inclusive ubicato in una località da cartolina, nel quale una buona parte degli umani soggiorna solo a causa di un viaggio di nozze. Nella Riviera Maya (quella porzione di costa affacciata sul Caribe messicano che segue il contorno sud-orientale della penisola dello Yucatán) da qualche anno è scoppiato un vero e proprio boom turistico, accompagnato da megalomania, lusso, camicie hawaiane e sedili per ciccioni.

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