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E LA CHIAMANO ESTATE

Valsesia

Non puntarono a est, da dov’erano venuti, ma a ovest, come proseguendo la fuga: verso l’Ossola, la Valsesia, la Val d’Aosta, montagne piú alte e severe. Mia madre poi mi avrebbe raccontato che, la prima volta, fu invasa da un inatteso senso di oppressione. Rispetto ai profili dolci del Veneto e del Trentino quelle valli occidentali le sembravano anguste, buie, chiuse come gole; la roccia era umida e nera, torrenti e cascate scendevano dappertutto. Quanta acqua, pensò. Deve piovere moltissimo qui. Non si rendeva conto che tutta quell’acqua nasceva da una sorgente eccezionale, né che lei e mio padre ci stavano andando proprio incontro. Risalirono la valle finché non furono abbastanza in alto da uscire di nuovo al sole: lassú il paesaggio si aprí e all’improvviso, davanti agli occhi, avevano il Monte Rosa. Un mondo artico, un eterno inverno che incombeva sui pascoli estivi. Mia madre ne fu spaventata. Mio padre invece diceva che fu come scoprire un altro ordine di grandezza, arrivare dalle montagne degli uomini e ritrovarsi in quelle dei giganti. E naturalmente se ne innamorò a prima vista.
(Paolo Cognetti, "Le otto montagne").

La Valsesia (incuneata nella ridente provincia di Vercelli) è la valle più verde d'Italia. L'ho verificato in prima persona d'estate, scoprendo altresì con raccapriccio che ciò è dovuto alle abbondantissime precipitazioni. Normalmente le temperature estive sono abbastanza elevate (se non addirittura afose, a basse altitudini), ma ho constatato che i climatologi hanno questo brutto vizio di generalizzare: non credo infatti che tutti gli anni nevichi a meno di 3000 metri di quota.
Alagna Valsesia è posta esattamente a chiusura della valle: grazie agli impianti di risalita – che funzionano tutto l'anno – da qui si può agevolmente raggiungere la contigua Val d'Aosta, e in particolare la valle di Gressoney, il tutto senza mai togliersi gli sci dai piedi – o i piedi da terra (e accorciando considerevolmente le distanze, che in auto ammonterebbero alla bellezza di 150 chilometri). Questo è molto comodo per chi vuole godere degli spettacolari paesaggi valdostani, ma vuole tenersi alla larga dalla popolazione, molto meno solare e cordiale dei valsesiani. Il comune è limitrofo anche alla Svizzera, ma si dà il caso che il confine coincida esattamente con due delle cime più alte del massiccio del Rosa e dunque lo possano raggiungere soltanto gli alpinisti esperti che si recano ad esempio alla Capanna Margherita, il rifugio alpino più alto d'Europa (ubicato sulla Punta Gnifetti).
L'area è abitata da numerosi discendenti dei Walser, questo misterioso popolo germanico che si stabilì qui ormai molti secoli fa, approfittando di un periodo particolarmente tiepido. Dunque presero a costruire le loro caratteristiche abitazioni in legno, non so se già all'epoca ingentilite da cascate di fiori colorati. Una di queste case, ad Alagna, è stata trasformata in museo, visitando il quale si possono apprendere gli stili di vita di questa gente ai bei tempi del Medioevo. La lingua è ancora parlata da alcuni residenti e – se volete impratichirvi – la troverete scolpita nel legno, accanto all'italiano, su tutti i cartelli indicatori (e comunque è simile allo svizzero tedesco). Al centro di Alagna, proprio accanto alla chiesa, si trova il cimitero, dotato di tombe in legno che presentano le stesse caratteristiche architettoniche delle abitazioni.
L'alta Valsesia termina ai piedi del Massiccio del Rosa, che nella sua imponenza dovrebbe far capolino durante le passeggiate in montagna, alleviando le pene del trekker sudato. Purtroppo ciò non è mai avvenuto durante i faticosissimi e impervi cammini compiuti nella valle più stretta e ripida che io abbia mai frequentato, e le note cime che si elevano a più di 4000 metri sono rimaste sdegnosamente nascoste dalla fitta coltre di nuvole. Da Alagna centro, o dalla vicina cascata dell'Acqua Bianca, si possono compiere molte passeggiate e raggiungere diversi rifugi, alpeggi e villaggi in legno, come ad esempio quelli della Valle di Otro. Ma oltre alle attività di trekking e alpinismo, la valle è nota agli amanti del rafting, del kayak e del canyoning, tutti sport dove un fiume come il Sesia può regalare grandi soddisfazioni.
Percorrendo la valle si consiglia una sosta a Riva Valdobbia con la sua chiesetta affrescata e il suo mercato del lunedì (caro solo lievemente meno dei negozi di Alagna), a Rassa (minuscolo villaggio che si sviluppa intorno al torrente Sorba, affluente del Sesia, nella cosiddetta valle dei Tremendi), a Scopello e da qui alla rinomata località sciistica dell'Alpe di Mera. In seguito, se dopo Scopa e Scopetta si effettua una deviazione in direzione di Rimasco, poi si può raggiungere la deliziosa località di Rima San Giuseppe, famosa in tutto il mondo per la lavorazione del marmo artificiale. Tornati sulla strada principale, un altro piccolo sforzo e sei a Varallo, cittadina nota per il suo Sacro Monte tutelato dall'Unesco e conosciuto nel mondo come Nuova Gerusalemme. Visto il mio amore per i record (che tra parentesi mi accomuna a Wikipedia), non posso non concludere svelando che la funivia per raggiungere il Sacro Monte è la più ripida d'Europa.