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Il tempo è un bastardo
Sarà capitato a tutti di provare la sensazione che il tempo, man mano che si invecchia, passi molto più in fretta. A quanto pare diverse ricerche hanno appurato che questa impressione dipenda strettamente dal tasso di cambiamenti di cui facciamo esperienza.
Da bambini tutto è nuovo e il fatto che continuamente sperimentiamo e impariamo rende il tempo così denso che ci sembra passare più lentamente, poi man mano prendiamo sempre più confidenza con le cose e diventano sempre meno le novità che ci capitano nella nostra vita quotidiana.
Tranne che in viaggio. Mentre si esplorano posti nuovi sono così tante le esperienze che il tempo diventa pienissimo e due giorni ti sembrano tipo un mese, e insomma questo è l'unico modo efficace che ho trovato per illudermi di fottere il tempo, quel bastardo.
E quindi sono tornata in India per la terza volta. Quello che mi piace dell'India non è la spiritualità o la fantomatica ricerca di se stessi, quanto la tenera follia annidata ovunque. In India non ci si annoia mai e c'è sempre qualcosa di imprevedibile che attira la tua attenzione. In India guardi due tizi che stanno seduti su una pentola capovolta e si stanno spanciando dalle risate e loro ti fanno accomodare su un'altra pentola capovolta e anche tu cominci a ridere fino alle lacrime, mentre uno dei due ti spiega il motivo per cui sta spaccando una campana a martellate. In India il tempo è relativo e non hai nessuna fretta perché sei costretto ad accettare di buon grado quello che accade, pure se si tratta di aspettare per otto ore che la nebbia si diradi e il volo per Varanasi si decida a decollare.
Racconto di viaggio "UN VIAGGIO DA LECCARSI I BAFFI. Un altro Capodanno in India"