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Skopje: le vite degli altri

Io ho questo problema che siccome mi interessano esageratamente le storie della gente a volte rischio di cacciarmi in situazioni indesiderabili per questo. E insomma sono lì che passeggio sul lungofiume, dove si susseguono ristoranti spagnoli, cubani, italiani e pub irlandesi eccetera, quando incontro questi due tizi che stanno eseguendo una canzonetta tradizionale con la voce e la darbuka. Si dà il caso che io adori la darbuka e che quello che la sta suonando abbia pochissimi denti. L’altro dimostra 15 anni più di me e anche più di sé stesso, visto che siamo coetanei. Questo fatto che dimostra più anni vuol dire che gli sono successe tante esperienze e infatti comincia a raccontarmele, non prima però di aver comprato qualche birra economica al supermercato e anche un cartone di vinaccio bianco per alcuni suoi soci. I soci sono abbastanza loschi, devo essere onesta; molti parlano italiano perché hanno vissuto in Italia ma ora per ragioni incomprensibili hanno fatto tutti ritorno al loro paese. Uno di loro mi confessa di aver imparato a fare le rapine in Sicilia, che è una competenza che penso gli sia stata utile pure qui a Skopje. Non credo che qualcuno di loro abbia un lavoro e comunque è meglio non voler sapere tutto tutto, a volte. Il mio coetaneo che dimostra 15 anni più di me mi porta a distanza di sicurezza dai membri della sua crew, perché là tutti volevano parlare con me, gli zingari volevano estorcermi del denaro e lui così non riusciva a dirmi la sua storia. La sua storia poi me l’ha detta su una panchina non molto distante ed è la storia di una ditta che aveva aperto in Piemonte insieme a una donna italiana, la quale però poi si era rivelata una grande stronza perché lo aveva truffato e gli aveva fregato tutti i soldi ed ecco perché a un certo punto lui è tornato qui a Skopje invecchiato di 15 anni. Poi purtroppo le altre storie non ha potuto raccontarmele perché due degli amici di prima, che non avevano mandato giù il fatto che io con loro non ci avevo parlato molto, sono riusciti a scoprirci così loro tre hanno cominciato a litigare e io me ne sono andata.
Questo fatto di attraversare le vite degli altri, in paesi come la Macedonia o l’Albania ti viene servito su un vassoio d’argento. Per esempio sempre a Skopje sono andata in questo locale dove c’è un concerto jazz bello ed emozionante. Ovviamente in pochi minuti mi sento subito amica per la pelle di tutti quelli seduti ai tavoli che stanno provando le stesse emozioni mie, quelle tipiche che puoi provare quando ascolti un certo tipo di jazz suonato da musicisti bravi ed empatici, che poi se sono macedoni è ancora meglio. E insomma quella sera ho conosciuto Miki, questo pianista di 70 anni che però ne dimostra 15 di meno. Non a caso vive a Toronto e non in Macedonia, e ora si trova in vacanza a Skopje, che poi sarebbe la sua città natale. Miki, che è davvero simpaticissimo, mi racconta che ha l’abitudine di dare da mangiare ai cani della sua strada a orari particolari, come ad esempio alle 3 e mezza di notte.

Racconto di viaggio "Una deliziosa Macedonia"