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Macedonia rurale

A parte Skopje e Ohrid, non avevo la più pallida idea di quali altri posti valesse la pena di visitare in Macedonia del Nord. Siccome però avevo programmato già da tempo di andare a Salonicco, la logica diceva di spostarmi verso il sud est del Paese. Kavadarci non è lontana dalla strada che collega Skopje al confine con la Grecia e ho deciso di fermarmici a dormire dopo aver letto che si trova nel cuore della regione vinicola di Tikveš e che ospita la più grande azienda vinicola dell'Europa sud-orientale, che comunque non ho potuto visitare perché bisognava prenotare prima e io non lo sapevo.
A Kavadarci è stata un'impresa trovare l’indirizzo del mio alloggio perché la mappa di google era sbagliata e inoltre il numero di telefono aveva il prefisso svedese, e insomma sono stata quasi un’ora a girare. La seconda parte della ricerca l’ho fatta insieme a una coppia che ha lasciato istantaneamente perdere le proprie faccende e si è dedicata al mio caso con una solerzia di cui ormai non mi meraviglio quasi più.
I padroni di casa non parlano una sola parola di una qualunque delle lingue a me note, ma mi mettono immediatamente in comunicazione con la figlia, che parla inglese e vive in Svezia, che poi sarebbe la vera manager dell’affitto delle camere ed ecco perché il numero era svedese.
La mattina dopo grazie a google traduttore sono riuscita a comunicare con i suoi genitori, i quali mi hanno procurato un taxi che mi avrebbe portato al lago artificiale Tikvesh. Secondo le notizie reperite in rete, esso avrebbe un carattere turistico-ricreativo, con molte case vacanze ed edifici alberghieri, e anche i miei padroni di casa se non ho capito male ritenevano che avrei potuto fare un bagno in un luogo ameno. E invece dopo 5 minuti ho chiesto al tassista di riportarmi indietro perché questo lago era davvero brutto e sporco, e alla fine dei conti l’unica cosa interessante è stato guardare i filari di vigneti.
A parte questo, a Kavadarci non è che ci sia granché da fare, l’ufficio del turismo non è in grado di darmi nessuna informazione utile e inoltre fa un caldo insopportabile per passeggiare senza meta come piace a me. Nell’afa del primo pomeriggio allora faccio una cosa un po’ cretina, cioè trovo un fruttivendolo molto grande e colorato e mi faccio preparare una ricca insalata di frutta, e tutto ciò soltanto per farmi scattare una fotografia e intitolarla “deliziosa la macedonia”.
A quel punto mi metto su un autobus che mi porta a Gevgelija, a tre chilometri dalla frontiera con la Grecia.
A Gevgelija assaggio il buonissimo vino rosso della cantina di Tikveš, vado a un concerto rock e dormo in un albergo un po’ equivoco situato di fronte a uno dei tanti casino. Il giorno dopo mi faccio portare alle terme di Negorci che in pratica è un grande hotel d'altri tempi circondato da un parco e frequentato da anziani. A quanto pare l'acqua termale di questo centro specializzato ha effetti curativi provati scientificamente grazie a tutti i minerali che contiene.
Usufruire dei servizi del centro non è facile visto che nessuno parla inglese e sto là seduta sul divano un sacco di tempo ad aspettare qualcuno che mi aiuti. Poi appare questa signora anche lei anziana che parla inglese perfettamente e in men che non si dica sono nell’ambulatorio, probabilmente passando avanti a non si sa quante persone, e insomma mi misurano la pressione e poi mi mandano nella stanza dei massaggi. La mia fortuna è che il giovanissimo dottore parla molto bene l'italiano ed è così contento che io sia là in quel posto di soli vecchi che si fa davvero in quattro per me. Anche il massaggiatore e i due anziani con cui condivido la piscina termale sono molto contenti di conoscermi. E infine il luogo è così decadente e scrostato, con decine di strumenti antidiluviani accatastati nei corridoi e piastrelle e linoleum, che mi sembra di stare in un film. 

Racconto di viaggio "Una deliziosa Macedonia"

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