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Sibiu: Una luce negli occhi

Anche noi viaggiatori indefessi abbiamo il nostro giorno critico. Quando le gambe ti fanno male, non sopporti più il caldo, poggi lo zaino sull'ennesimo letto e ti chiedi che senso abbia tutto ciò. Una giornata così mi è capitata a Sibiu. La capitale europea della cultura del 2007 è stata completamente restaurata, i palazzi del centro storico sono tutti colorati e i tetti hanno gli occhi: finestre a fessura gemelle, se non tre per tetto. Le piazze sono ampie e scenografiche, quella più grande solcata da fontane a sorpresa, i turisti tanti ma non troppi, le bancarelle presenti ma non invadenti. Una città da visitare in mezza giornata. Alle sei di pomeriggio avevo già percorso tutte le strade percorribili, fotografato il fotografabile, acquistato uno o due souvenir; mi ero seduta al tavolino di un bar sulla strada del passeggio e avevo detto basta.
Alle 19.30 entro in questo ristorante tipico consigliato dalla Lonely Planet. Le panche in legno presentano tipici decori transilvani, tra i complementi di arredo figurano ceramiche, centrini e tessuti ricamati. L'atmosfera è raccolta e raffinata, il violinista e il fisarmonicista tipici suonano, ed è bello constatare che mentre suonano sorridono. Visto che continuano ad entrare persone mandate indietro perché il locale è pieno, comunico al cameriere che avrei volentieri condiviso il tavolo con perfetti sconosciuti.
Ho già ricevuto il mio piatto a base di montone quando entra questa famigliola tedesca che timidamente occupa i tre posti liberi. La timidezza dura pochi minuti, il tempo di bere i primi sorsi di birra scura. Poco dopo io e la signora bionda di origine rumena scopriamo di fumare lo stesso tabacco ed entriamo in confidenza. Alla prima ţuica mi racconta che è scappata dalla Romania quando aveva 16 anni. Alla seconda ridiamo come vecchie amiche; alla terza ţuica pagano il conto anche per me e usciamo ballando dal locale, mentre la figlia quattordicenne alza gli occhi al cielo, chiedendosi perché il destino le avesse riservato una mamma così matta.

Racconto di viaggio "FRUMOASĂ ROMÂNIA?"

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