home4.jpg
  • Categoria: Sudafrica

Sudafricani da evitare

Al mio arrivo Port Elizabeth è apparentemente deserta. Solo quando raggiungo le spiagge scopro dove stavano accatastati i settecentomila abitanti: un indescrivibile ammasso di gente variopinta (i sudafricani amano i colori brillanti e appariscenti) riempie la strada, la spiaggia e lo strand erboso, e ci vuole parecchio tempo per trovare un parcheggio.
La sabbia turbina e il mare è in tempesta (non a caso Port Elizabeth è soprannominata "the windy town"). Il sud mi accoglie così: mi schiaffeggia come se fossi su una spiaggia atlantica in Portogallo. Raggiungo poi Cape Recife e mi fermo ad ammirare il promontorio sabbioso, a pochi passi dal mare.
In quel mentre questi due omoni attaccano bottone e mi offrono un po' delle loro bistecchine avanzate dal braai. «Il problema più grave del Sudafrica» mi dice uno di loro dopo il primo brindisi «sono gli stupri». Io lo guardo sconcertata. «Ma non stavamo parlando di alimentazione a base di carne?» «Appunto» dice lui, accarezzandosi la pancia, piuttosto appariscente anche se spalmata su più di un metro e novanta d'altezza. «Tocca» mi fa «con la pancia così dura e compatta che abbiamo noi, nessuna ragazza stuprata riesce a divincolarsi. Mica come voi, mangiaspaghetti!»
Saranno stati i bicchieri di vino Sweet Rosé che continuava a servirsi da un cartone munito di rubinetto, o magari il liquore al cioccolato che avevano tirato fuori dall'auto, ma il tipo col cappello da baseball va avanti impavido. «E sai anche che noi abbiamo la più alta percentuale mondiale di contagi da HIV? Vuoi sapere il motivo? Perché noi amiamo il sesso! Noi lo facciamo anche tre volte al giorno! Noi sudafricani siamo così...» e mi offre ancora dell'insalata di patate e delle costolette e poi un'ultima foto ricordo col cognato e sua moglie, anche loro evidentemente grandi mangiatori di carne alla brace. E finalmente riesco a divincolarmi dai loro abbracci e inviti a dormire a casa loro, e mi chiudo in macchina mentre loro mi salutano con le mani unte e il bicchiere in mano, noncuranti del vento gelido.
Qua c'è poco da ridere: secondo una stima, circa mezzo milione di donne viene stuprato ogni anno in Sudafrica. Se a ciò aggiungete che la diffusione di HIV è la più elevata al mondo (i contagiati sono più di 5 milioni di persone, un quinto della popolazione adulta) potete facilmente comprendere perché io quel meticcio lì (anche se le sue bistecche erano molto saporite) non lo aggiungerei ai miei amici di facebook.
D'altra parte persino l'ex presidente del Sudafrica, Jacob Zuma (una specie di Berlusconi poligamo e un po' abbronzato), qualche anno fa venne accusato dello stupro di una giovane militante sieropositiva. All'epoca se ne uscì con una affermazione che lo ha reso famoso in tutto il mondo: disse che dopo il rapporto si era fatto una lunga doccia per evitare il contagio.

Racconto di viaggio "UN VIAGGIO IN CAPO AL MONDO. Un inverno estivo in Sudafrica" 

Tagged under: Africa australe,