home19.jpg

La collina delle croci

In Lituania va molto di moda sposarsi, incidere i nomi degli sposi su un lucchetto, ed andare ad appenderlo sulla ringhiera di un ponte, buttando la chiave nel fiume. Poiché è però anche il Paese europeo con il più alto numero di divorzi, dovrebbe anche essere dotato di squadre di sommozzatori che si immergano nelle infide acque per recuperare la relativa chiave (o di fabbri che risolvano il problema in maniera più sbrigativa).
Un'altra usanza è quella di piantare delle croci su un'altura che si chiama Collina delle croci. Questo impressionante luogo di pellegrinaggio nella seconda metà del Novecento ha rappresentato il simbolo dell'identità lituania, inscrivendosi dentro al cerchio della resistenza anti-sovietica: durante il periodo di occupazione, infatti, le ruspe russe più volte hanno spianato la Collina, ma ogni volta la gente ha piantato le croci di nuovo, cocciutamente. Papa Wojtyła la inserì nel suo tour lituano del 1993, donando un crocifisso che oggi è situato ai piedi della collina.
Per visitare la Collina delle croci, dovete prima raggiungere Šiauliai, la quarta città della Lituania; poi un bus vi lascerà a quei doverosi due chilometri che solitamente separano la fermata del bus dal sito di interesse, che vi dovrete smazzare in una trance da incombente cielo plumbeo e sconfinato piattume graminaceo. Quindi troverete un lieve innalzamento del terreno letteralmente ricoperto di centinaia di migliaia di croci di ogni misura e materiale (legno, ferro, ambra, plastica...), rosari, statue di Gesù e Madonne. Attraverserete l'inquietante foresta sacra come in preda all'ubriachezza e, prima di andarvene, scoprirete che vendono le croci, come i cinesi vendono i lucchetti a ponte Milvio.
A Šiauliai − la città meno cara della Lituania − dormo fino a tardi in un ostello della gioventù che ricorda molto da vicino un ospedale, vado dal parrucchiere riuscendo (non senza difficoltà) a farmi tagliare i capelli, incrocio molte donne fuori moda e un discreto numero di russi che si baciano sulla bocca.

Racconto di viaggio "GOMITO A GOMITO CON IL MAR BALTICO"